Fiumara dell'Amendolea
Natura & Paesaggio, Bacini & Fiumi


Condofuri - Calabria


Cercavo tra le macerie qualcosa da recuperare: il sonno della notte, quattro mura, mattoni, materiale inerte. Lì, sopra l’Amendolea, dove eserciti di agonizzanti continuano a testimoniare un’antica civiltà ed una lingua a molti ignota”. (Filippo Violi, Mèsa sta spitìa chalammèna, in Filippo Violi, I nuovi Testi neogreci di Calabria, vol. II, Iiriti ed., Reggio Calabria, 2005, p. 264).

Antiche fonti come quelle pervenuteci da Erodoto o Strabone, narrano di fiumare un tempo navigabili, e tra tutte, l’Amendolea – l’antico Alèce, citato dal suddetto geografo – e la Melito-Tuccio hanno costituito per lunghissimo tempo l’unica via di comunicazione tra la montagna e il mare.

Al centro di un paesaggio mozzafiato, oltre che snodo di diverse culture, l’Amendolea, sicuramente rappresenta l’emblema dell’area greco-calabra. Attorno ad essa, infatti, si dispongono a “ferro di cavallo” le ultime roccaforti della lingua e della cultura ellenofona: essa è stata dunque la culla della grande civiltà dei Greci dell’età classica, e a tutt’oggi ne custodisce l’eredità.

La tradizione indica questo corso d’acqua come il confine delle polis magno greche di Reggio e Locri, il leggendario luogo dove Ercole interruppe il suo sonno pomeridiano, per il troppo frinire delle cicale.

Tucidide racconta della battaglia tra Ateniesi e Locresi nel 427 a.C., risolto a vantaggio dei primi con l’occupazione di Peripoli, identificata dagli eruditi del passato con il sito sul quale sorge il castello dell’Amendolea. Recente è la scoperta, lungo gli argini della fiumara, in corrispondenza del bivio verso San Carlo (frazione di Condofuri), di una necropoli d’età ellenistica, custode dei tanti che persero la vita guadando qui il corso d’acqua. Il toponimo Magazzino, conservato su un pianoro nella sponda opposta, fu probabilmente il luogo di stoccaggio delle merci dirette a Roma nel Tardo Antico, lungo la via che collegava Reggio a Taranto. Non è quindi casuale se nei pressi della foce della fiumara Amendolea, luogo di anguille già note a Cassiodoro per la bontà delle carni, fu rinvenuta nel 1580 una scultura di Venere, consegnata al vescovo di Bova, Tolomeo Corfinio.


Informazioni


Accessibilità - Accesso libero

Proprietà - Pubblico

Classificazione - Natura & Paesaggio

Tipologia - Bacini & Fiumi

Dove siamo



89030 Condofuri (RC)

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